La legge italiana in merito al THC (tetraidrocannabinolo) e al CBD (cannabidiolo) è regolata da diverse disposizioni normative.
Il THC, componente psicoattivo della cannabis, è considerato una sostanza illegale secondo la legge principale sulle droghe in Italia, la legge n. 309 del 1990. Nonostante il limite massimo tollerato di THC nell'uso personale (0,5% nel prodotto finito), il possesso, la vendita e la coltivazione di cannabis restano atti punibili.
In Italia, attualmente è in vigore la legge del 2 dicembre 2016, n. 242, che stabilisce i limiti legali per la produzione, la commercializzazione, il consumo e la coltivazione della canapa legale, il 25 luglio 2019 è stato presentato al Parlamento il disegno di legge "Cannabis Legale", il quale mira a sostituire la legge n. 242/2016 questo disegno prevede una completa legalizzazione della marijuana, seguendo l'esempio di alcuni stati degli USA come California, Oregon, Washington, Colorado, Alaska, Washington D.C., Massachusetts, Nevada, Maine e Vermont. Ma per ora tale disegno di legge non è stato preso in cosiderazione.

La legge n. 242 consente la coltivazione libera della marijuana legale, mediante la modifica genetica della Cannabis Sativa in modo che la concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo) sia compresa tra lo 0,2% e lo 0,6%, massima soglia tollerata, elimina la responsabilità dei coltivatori, commercianti e produttori di cannabis light nel caso in cui si riscontrino concentrazioni di THC superiori allo 0,2%. Tuttavia, se si rilevano livelli di THC superiori alla norma, è previsto il sequestro e la distruzione della coltura.
Un aspetto importante della legge n. 242 è la libera vendita della marijuana light e dei suoi derivati, come hashish cbd, oli e altro, con un'interpretazione di tale legge la cannabis light è disponibile nei tabaccai, nei grow shop e presso altri rivenditori; tuttavia nonostante non abbia effetti psicotropi se scoperti dalle autorità durante il consumo di è necessario dimostrare che si tratti di erba legale per non ricevere sanzioni tramite analisi di laboratorio.

Il CBD, molecola presente nella cosiddetta "cannabis light", comunemente utilizzato in prodotti terapeutici come oli, creme e integratori, a patto che rispettino i limiti legali di THC.
La normativa italiana su THC e CBD è in costante evoluzione e può subire interpretazioni differenti nel tempo. Recentemente, sono state discusse proposte di modifica delle leggi per adeguarle meglio all'uso terapeutico e alla crescente domanda di CBD.
Si consiglia vivamente di rimanere informati sulle normative vigenti, dato che queste possono variare a seconda delle interpretazioni delle autorità e dei cambiamenti legislativi. Consultare fonti ufficiali o professionisti esperti è sempre consigliato per una comprensione completa delle implicazioni legali relative al THC e al CBD in Italia.